giovedì 13 aprile 2017

Ti scrivo lettere, Boia

Un incontro molto interessante e raro, che ho apprezzato tanto, per scoprire la poesia romena contemporanea, sì è tenuto presso i Musei Eremitani di Padova, venerdì 7 aprile, grazie al poeta Alessandro Cabianca (grande organizzatore, sempre super attivo, a cui vanno i miei continui ringraziamenti per farmi\farci scoprire poesia italiana e non). 

Una delle tappe della tournée della rivista culturale romena Tribuna, a 60 anni dalla fondazione. 

Da dx il direttore di Tribuna, Mircea Arman, e i poeti Stefan Damian, Alessandro Cabianca, Ani Bradea


Il direttore Mircea Arman è l'editore di questa prestigiosa rivista nata nel 1884 come giornale di cultura e politica, il cui obiettivo era anche l'unità politica della Romania (la cultura come mezzo di armonia sociale\politica), visto che era sotto l'impero Austro-Ungarico. Numerosi furono gli italiani pubblicati: Pascoli, Carducci, Fogazzaro. La rivista nel 1957 è uscita in una nuova veste, dando anche l'internazionalità grazie a relazioni con francesi e italiani. Da subito hanno pubblicato poeti italiani tradotti in romeno e viceversa. 


In Romania è molto diffusa, distribuita in 4200 posti, tra cui anche nella Repubblica Moldova. 
Vi è pure in versione online http://tribuna-magazine.com/
E' molto ricca di contributi (non solo di poesia, ma di tutte le arti) ed è esteticamente accattivante, tanto da essere stata presentata in varie mostre d'arte. 

Il Prof. Stefan Damian ha letto alcune poesie dal suo ultimo libro: La provocazione dell'aria, edito da Nemapress Edizioni, con prefazione di Cabianca, scritto direttamente in italiano da Damian. 
Avevo avuto la fortuna di conoscere la sua poetica alcuni anni fa, sempre grazie ad un evento organizzato da Cabianca, e mi aveva colpito davvero tantissimo. Non potevo mancare a questo incontro! Infatti anche questa raccolta poetica è splendida.

Salvezza

La stanchezza d'oggi appiccicata
più d'ogni altra 
appendice della morte uccisa
sui muri delle chiese
screpolati dal vento della fede sconfitta.

E tu domandi incredulo
sotto quale colore scrostato
in che affresco
si trovi la salvezza?
Se di salvezza si può parlare 
quando la bocca impastata di terra
gorgoglia come un fiume strozzato
prima di arrivare al mare.


Damian ha anche tradotto in italiano il libro di poesie di Ani Bradea: Poemi dal muro, edito da Editura Tribuna 2017. Ani stessa ce ne ha lette alcune in romeno e Damian in italiano. Questo libro è splendido, sono rimasta molto colpita dalla scrittura di Bradea per forma e contenuto. Una delle tante particolarità è che le poesie della raccolta sembrano lettere indirizzate a un Boia, a cui lei si riferisce direttamente e chiamandolo sempre alla fine dei versi. Il libro, come si suol dire, l'ho divorato tutto d'un fiato, per le immagini che crea, per il dialogo con il Boia, per l'ironia che usa. 
Un gioiello poetico che consiglio. 

Poemi dal muro, di Ani Bradea
tradotto da Stefan Damian, Editura Tribuna 2017


La primavera viaggia col treno notturno.

La neve a strati seppellisce i mobili vecchi,
dell'altro passato.
sul pavimento
il buio e il freddo rotolano avvinghiati.

Mi dicevi che volevi fuggire insieme altrove,
dove non c'è inverno.
di aver acquisito in anticipo i biglietti di treno,
a prezzo ridotto.
con due posti al finestrino
dal quale poter ammirare con facilità la carne bianca della
notte
quando urta contro il vetro sporco.

Però questo è stato in un altro tempo...

Oggi ancora ti scrivo epistole
spedite in buste traslucide
tramite le quali si vedono i punti e le virgole.
anche le maiuscole si vedono,
sui fogli criogenati.

Abitiamo una sfera gelata.
io a nord,
tu a sud.

Il mio buio scivola.
il mobile antico della mia camera
precipita sul mobile in prestito della tua camera.
la radio annuncia codice rosso di tempesta di neve e gelo.

Un treno è rimasto bloccato tra le nevi in montagna.
tu aspetti su una banchina,
boia.
le peonie hanno insanguinato la tua accetta.


Le poetiche di Damian e Braidea sono voci assolutamente pregevoli e vorrei che in Italia avessero l'ampia ammirazione e conoscenza che meritano. Spesso ci indirizziamo verso l'America o l'Asia, a discapito, per esempio, dell'Est Europa. Diffondere la poesia romena in Italia, e soprattutto questi due pregevoli autori, non solo arricchisce la cultura di noi tutti, poeti e non, ma anche abbatte certi limiti\luoghi comuni.

I libri di Braidea e Damian nella Sala del Romanino,
Musei Civici agli Eremitani, Padova

Interessante il fatto che Editura Tribuna abbia pubblicato di recente un libro di Dino Campana, Canti Orfici, tradotto dal Prof. Stefan Damian. Cabianca ha introdotto la figura del poeta italiano dicendo una cosa su cui concordo: "Di solito la poesia è indipendente dalla biografia, nel caso di Campana ne è la sua biografia in versi". 
Dino Campana, nato a Marradi (Firenze) nel 1885, è sempre stato un ribelle in fuga che ha vissuto in vari paesi (in Russia come mozzo, con gli Zingari fino ai 19 anni, e poi Argentina, Parigi, Bruxelles, Bologna, Odessa). Frequentava grandi poeti, prigioni e manicomi. 

Cabianca ha poi letto alcune poesie in italiano e il professor Damian in romeno. 

BATTE BOTTE

Ne la nave
Che si scuote,
Con le navi che percuote
Di un’aurora
Sulla prora
Splende un occhio
Incandescente:
(Il mio passo
Solitario
Beve l’ombra
Per il
Quais)
Ne la luce
Uniforme
Da le navi
A la città
Solo il passo
Che a la notte
Solitario
Si percuote
Per la notte
Dalle navi
Solitario
Ripercuote:
Così vasta
Così ambigua
Per la notte
Così pura!
L’acqua
(il mare
Che n’esala?)
A le rotte
Ne la notte
Batte: cieco
Per le rotte
Dentro l’occhio
Disumano
De la notte
Di un destino
Ne la notte
Più lontano
Per le rotte
De la notte
Il mio passo
Batte botte.

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