giovedì 2 giugno 2016

BOLOGNA IN LETTERE -commenti di partecipanti

Sabato 28 maggio si è conclusa la IV edizione di Bologna in Lettere, “Un festival lungo un anno” dice lo slogan, con una intera giornata ricca di eventi poetici in vari locali del centro.


Francesca Del Moro, scrittrice, traduttrice, performer e una delle organizzatrici del Festival: “Il BIL comprende una serie di eventi che si articolano per molti mesi precedendo le giornate culminanti di maggio ed impegna lo staff pressoché senza soluzione di continuità tra un’edizione e l’altra. Abbiamo faticato non poco questa volta e spesso ci è sembrata una fatica ingrata: non abbiamo ottenuto finanziamenti, le nostre iniziative volte a raccogliere fondi sono perlopiù andate a vuoto e la stampa si è mostrata poco interessata. Siamo rimasti in pochi a barcamenarci tra gli impegni personali e di lavoro e l’organizzazione di un festival che in termini quantitativi e qualitativi avrebbe richiesto uno staff completamente dedicato per molti mesi. Il fatto che, a dispetto di tutto questo, il progetto si ampliasse senza sosta mi sembrava una cosa da pazzi. Chi me lo fa fare? Mi sono detta spesso. Ma sono contenta di non aver mollato perché alla fine i risultati ci sono stati. Gli eventi hanno quasi sempre registrato una buona affluenza ma a premiarci davvero sono state le reazioni degli autori e di molti spettatori che non hanno ancora smesso di inondarci di affetto e stima.”

Posso confermare, perché viste con i miei occhi, sia la buona affluenza che le positive reazioni di autori e pubblico. A questo proposito Fabia Ghenzovich, poeta veneziana invitata al pranzo letterario di sabato, commenta così:  “Mi preme esprimere il mio apprezzamento per l'atmosfera che si è creata e che hanno creato gli organizzatori del festival. Atmosfera di grande accoglienza e serena condivisione, insomma uno star bene in definitiva, di cui li ringrazio.”

Artisti e artiste di sabato 28 maggio

Lucia Guidorizzi, poeta padovana invitata a declamare nel pomeriggio di sabato, commenta :  “E’ stato come immergersi in una sorta di “stream of consciousness”,in un flusso vivo di parole, in un magmatico dono di speranza. E’ stata un’esperienza coinvolgente, densa d’incontri umani e culturali dalla quale sono uscita arricchita di idee e di confronti costruttivi. Si è respirato un clima di generosa accoglienza, di autenticità e di vero scambio creativo, cosa rara di questi tempi e perciò ancor più preziosa.”

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giorgia Monti, scrittrice e performer forlivese, invitata a declamare la sera di sabato: “Ciò che mi ha lasciato il BIL è sicuramente un’emozione positiva grazie al gran bel clima di ascolto e scambio dato dall’assenza di prosopopea o toni finti. Ho percepito stima tra noi autori, non ho sentito aleggiare invidia, supponenza, o altro di negativo. Vi è stata attenzione e rispetto da parte di tutti, ovviamente ognuno coi propri gusti, sappiamo bene che possiamo piacere o no, me compresa, ma in generale l’atmosfera era assolutamente positiva.”


Continua Del Moro: “In particolare si è dimostrata vincente la scelta di articolare la maratona poetica, che ci caratterizza fin dalla prima edizione, in vari spazi della città ma senza compresenza di eventi in modo da evitare la dispersione e la frustrazione di non poter assistere a tutte le letture. È stato davvero bello spostarci insieme da un evento all’altro attraverso il centro, bello vedere i poeti scambiare libri ed esperienze. Come è accaduto spesso in passato, da questi incontri nasceranno con ogni probabilità nuove amicizie e collaborazioni.”
Monti ascolta il reading

Io stessa ho conosciuto di persona autrici di cui avevo letto poesie, ma mai incontrate, e sì, è stato davvero stimolante parlarci finalmente assieme!  

Le intervistate fanno anche nomi e cognomi, ed è interessante vedere quali.
Ghenzovich: “Volevo mettere in evidenza la pluralità degli approcci alla poesia. Poesia come testo, poesia come esperienza sonora e performance e video fino ad arrivare a forme d'arte pura quando la performance investe il corpo e la sua espressione nel rapporto individuo-mondo. Parlo in questo caso della Cera Rosco, per esempio, che usa il suo corpo di donna come oggetto-soggetto trasfigurandolo in visione.”

Monti: “Ho il rammarico di non aver seguito di più il festival, mi ripropongo sempre di seguire gli eventi, ma poi la distanza, il lavoro e impegni vari della vita si mettono d’ostacolo con conseguente frustrazione per il mancato approfondimento. Sono riuscita almeno a seguire la maratona del 28 maggio. E cito Pier Francesco De Iulio, come poeta che più mi ha mosso e smosso.”
Concordo con Giorgia, anche a me De Iulio ha colpito più di tutti con le sue poesie brevi, efficaci, pulite, ricche di immagini originali e forti in cui parla d’amore senza mai citarlo.

Giorgia Monti declama. Foto di Jacopo Ninni.

Del Moro: “Un altro aspetto interessante della maratona è il fatto che ciascun membro dello staff sia chiamato a scegliere autori da invitare ma che poi si ritrovi a condurre eventi con autori scelti da altri. È un altro modo per ampliare la propria visione, conoscere persone nuove e stringere legami. Personalmente sono molto felice di aver portato nel nostro festival autrici che amo come Giorgia Monti e Alba Gnazi e a mia volta sono grata agli altri per avermi fatto scoprire molti bravissimi poeti, tra cui Francesco Filia e Chiara Cantagalli. Faccio solo quattro nomi ma ce ne sarebbero molti altri. Bologna in Lettere è per me una delle migliori espressioni della vivacità e della ricchezza che caratterizzano il panorama poetico attuale. 
Il festival concepito da Enzo Campi, da cui ho imparato l’importanza di avere uno sguardo a 360 gradi che abbracci anche autori apparentemente distanti dal proprio modo di essere e di scrivere, ha come sua principale caratteristica quella di unire due aspetti che mi interessano particolarmente: da un lato conduce un’esplorazione capillare della realtà poetica contemporanea richiamando decine di autori da tutto il territorio nazionale, dall’altro si dedica allo studio di figure importanti per la nostra storia letteraria attraverso varie forme espressive e sotto molteplici punti di vista. Personalmente sono lieta di aver proposto e poi curato gli eventi che nei mesi precedenti alle giornate di maggio sono stati dedicati a Luigi di Ruscio e Massimiliano Chiamenti.”

Il pubblico al Cortile Café

Protagonista di questa edizione del festival è stata Amelia Rosselli (1870-1954), scrittrice, giornalista, attivista politica e prima drammaturga italiana, la cui figura “è stata approfondita attraverso riflessioni critiche, letture, performance multilingue, musica, video, la produzione di un libro e una mostra di suoi ritratti realizzati dal fotografo Dino Ignani” dice Del Moro.

Ghenzovich: “Interessantissima la parte critica e saggistica relativa alla Rosselli, con interventi di studio e ricerca e un concorso dedicato alla sua poetica. Un terreno fertile di sperimentazione a 360°, stimolante e vivo, nel quale sono stata felicemente coinvolta a mettere un mio piccolo semino.”

Guidorizzi declama presso Altro? 

Guidorizzi: “Ho deciso di leggere una parte della sezione del mio ultimo libro “Controcanto” Supernova, 2016, dedicato a lei. Capita che, per una sorta di empatico attraversamento si venga abitati da luoghi, voci, incontri, che prendono spazio dentro di noi, fino a possederci completamente. Ciò avviene in una condizione paragonabile al torpore sonnambolico, nella quale la nostra mente inizia ad operare spontaneamente, snocciolando parole e versi, senza alcuna riserva culturale, senza alcun deterrente razionale, senza alcun filtro logico-critico.
Le parole che nel tempo sono state pronunciate, sono come onde luminose che continuano a vibrare nello spazio e noi, a volte impunemente, possiamo captarle e riarrangiarle, trasformandoci in una sorta di cassa di risonanza.
Dopo una lettura globale ed intensiva dell'opera poetica di Amelia Rosselli, mi è accaduto di fare questo genere di esperienza. La sua voce poetante, che procede attraverso slittamenti linguistici, allitterazioni, glossolalie ed ecolalie, allargando orizzonti di senso, si è insediata potentemente dentro di me e, senza darmi tregua, ha preso forma e consistenza assumendo un ritmo suo proprio. Non ho potuto resisterle: ho preso la penna ed ho iniziato a scrivere, sotto sua dettatura.
Nella mia mente echeggiavano le incandescenze ed i disagi di Amelia, il suo dolore e la sua irriducibile e tragica bellezza interiore, uniti alla lucida consapevolezza del suo essere straniera in ogni dove.
Mi sono lasciata attraversare dal vento del suo immaginario poetico, mettendomi in ascolto  dell'intensità della sua voce monologante, di lei che, raccontava, attraverso mille reticenze ed ostensioni, la sua sofferta parabola esistenziale, attraversando "anacoreta e vergognosa" la storia turbata del Novecento, riuscendo a far sgorgare, quasi come  da una partitura musicale, ogni silenzio  ed ogni parola che l'abitavano, ogni luce ed ombra che l'attraversavano, ogni turbamento ed ogni estasi che la torturavano incessantemente.
Le ho fatto posto dentro di me, nient'altro, ed ho lasciato che sgorgassero spontaneamente parole che si sono tramutate in una sorta di eco.”

Da sx Guidorizzi, Piccoli, Monti, Ghenzovich

Il tema del BIL 2016 era Stratificazioni, ho chiesto a Giorgia Monti perché abbia voluto leggere, tra le sue tante, proprio quelle sue poesie (edite e inedite): “Le ho scelte non solo perché sono testi nuovi e recenti  e quindi più vicino a me, ma perché rappresentano la mia evoluzione creativo-poetica. Qualcosa di nuovo che si è stratificato in me, un deposito rispetto alla poetica precedente, che conferma il mio stile o, come direbbe il mio editore (Cicorivolta, ndr), la mia voce.”


Anch’io ho declamato la sera presso il Cortile Cafè di via Nazario Sauro nel gruppo di Giorgia e di nuovo le rubo le parole, visto che pure io ho scelto mie poesie inedite per lo stesso motivo (come vedete, mica dico a caso che lei è la mia metà poetica!). Come ultima poesia ne ho declamata una inedita ispirata a Giorgia (descrivendo la persona e la poeta), donna dalle molteplici affascinanti stratificazioni che ha, a sua volta negli ultimi 3 anni, arricchito la sottoscritta con altrettanti strati benefici. La poesia “Con te” l’ho trascritta su un foglio dipinto a mano, regalatomi da un’altra cara amica: stratificazioni letterarie e visive, oltre che d’Amicizia.

Ecco il video: https://youtu.be/A-JYnmHYpps 

Declamo "Con te" al Cortile Cafè. Foto di Jacopo Ninni

Il Bologna in Lettere si è concluso, è stata una edizione ben riuscita, grazie all'ideatore Enzo Campi, ai tanti organizzatori e ad autori e autrici presenti. Vi lascio con la frase di Agnese che si aggirava tutto il giorno nei luoghi del BIL con un bell’esemplare di cane bianconero molto mite e silenzioso : “Ha l’abitudine di ascoltare poesia. Ha anche i suoi gusti. Se qualcosa non gli va a genio, si fa sentire e vuole andar via. Oggi, come vedi, gli è piaciuto tutto!”

E come si sa: bambini e cani sono la voce della verità…








Da Controcanto – Lucia Guidorizzi

PARTITURA INCOMPIUTA PER AMELIA
Ecolalie inconcluse
                                           
"Il sole brillava ed era una grande cafonata
il suo andare, il sole brillava, ed era per te,
che io morivo senza ritegno!"  
                                                            Amelia Rosselli

 VIII

Ti offristi come guiderdone alla mia vacante sensibilità
nel frastornarmi con promesse estreme
mi tramortisti con gragnuole evocative
mi abbagliasti di scoppiettanti stupori
mi affumicasti con solfatare emotive

Non fui cauta anzi mi giocai
tutta ma proprio tutta nel mettere
il cuore e le mani lì dove non si vede
di donna mai mi appartennero le furbizie
e il calcolo di ostentate fragilità

Anche se mi ero frantumata per il mondo
esponendomi senza oculatezza
alla temperie dell'abbandono
ora ricoprivo l' inverecondia delle mie ferite
col rude saio della dignità

La mia nobiltà si palesava nel silenzio
nel non richiedere lacrimose intercessioni
anche se mi sentivo sfigurata
dal tuo sguardo distolto dalla tua assenza
lieve linea lignea che allignava tempesta

Da allora sono io
quella che continua a perdere
e mi va bene così di portare con grazia
la mia carne viva per il mondo
e di non rivendicare il guiderdone


(…)

                                                      XII

Ed ecco che in ipnagogica visione
mi sframmento mi sfrantumo nel fermento
e gli stanchi esautorati comizi delle parole
si sfrangiano scolorandosi in giardini
privati segregati

Ma tu che procedi imperituro
sulla carreggiata dei miei dolori
sfiammami gli occhi
fammi alba
fatti aurora nel cranio

E insidiando l'ippocampo insediati nell'amigdala
domina l'emisfero più remoto del cervello
nel macinare mostri
nel macinare i nostri
infiniti scontri e riscontri

Nell'accomiatarmi dai reami
cedevoli e manchevoli
d'un tempo mai vissuto
la mia tempesta diviene
bagaglio indegno

Celeste Impuro
pregno di nubi
che passano
senza pioggia senza posa
in amorosa imperfezione

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