La signora Piccolo, anzi Ottavia, come ha chiesto subito di essere chiamata (mostrando, una volta di più, di essere una donna molto alla mano e disponibile), ha parlato a ruota libera della sua vita in teatro e per il teatro.
"Se un testo è ficcante in ambito contemporaneo, allora mi piace"è stata una delle sue prime affermazioni. Infatti Ottavia da tempo mette in scena testi di autori contemporanei.
Nel 2000 le arriva un testo di Roberto Cavosi, "Rosanero", dove, partendo dalla tragedia greca giunge a parlare di donne di mafia. (Qui la trama: Rosanero )
Quella, ci dice, è stata la prima volta che ha messo in scena un testo non tradizionale. E da lì si è scrollata di dosso l'immagine di attrice di teatro di regia.
Stefano Massini è il suo drammaturgo di riferimento italiano, giovane autore di 41 anni. Le piace perché racconta la contemporaneità in modo talentuoso.
"Processo a Dio" pubblicato da Einaudi, è stato scritto appositamente per Ottavia sul tema della Shoah.
Ora gira i teatri d'Italia con "Enigma", sempre scritto da Massini.
Inoltre dello stesso autore ha messo in scena "7 minuti" e "Terra di latte e miele" sul conflitto israelo-palestinese.
A chi la chiama per proporle di fare "La Locandiera" Ottavia risponde di no, perché "non vuole essere sdraiata sul titolo", come si dice in un'espressione colorita. Vuole che si dica qualcosa di nuovo, certamente anche facendo i classici, ma il suo obiettivo non è mostrare di saper fare questo mestiere (su cui nessuno dubita che lo sappia fare in modo eccellente).
"Il mondo non cambia con il teatro, ma aiuta a comprendere certi temi, a farsi domande, suscitare interesse e dubbi sugli argomenti. Ogni evento teatrale è biografico, dice George Banu. E' vero: ti rimane dentro la vita."
E' interessante sentire che Ottavia Piccolo non ha mai studiato recitazione vera e propria, fin dalla prima volta sul palco (da bambina) si comportava come le attrici di lunga data. Ha studiato tutti i vari metodi di recitazione, ma non ne ha applicato uno. "Ho sempre fatto a senso mio, come quando alle Scuole Elementari le maestre dicevano: leggi a senso. Ecco, io leggo dando il senso. Il mio è un Non-metodo! Ho sempre sentito e fatto così. Sono figlia d'arte adottiva, nel senso che i miei genitori non sapevano nulla di teatro, non ci andavano, erano poveri."
"Io non interpreto i personaggi, io racconto".
Ottavia ha lavorato, tra i tanti illustri, anche con Strehler nel Re Lear.
"Io ero sia Cordelia che il matto, che dice al re la verità nuda e cruda. Il matto è la continuazione dell'amore di Cordelia, diceva Strehler, ecco perché voleva che fosse interpretato da un'unica attrice."
Ottavia Piccolo allo IUAV invitata dalla Professoressa Ruffini |
"Donna non rieducabile", splendido e potente spettacolo teatrale su Anna Politkovskaja, giornalista russa uccisa. Dice Ottavia: "Non è la copia di Anna, io sono una sorta di medium che legge e racconta i suoi fogli, articoli e appunti. Io non sono Anna, se lo dicessi toglierei credibilità a ciò che dico sul palco."
Aggiunge: "Massini ha scritto il copione come una poesia, c'è poca punteggiatura e dà il ritmo della lettura, oltre ad aggiungere il distacco. Il pubblico, se sei credibile, ti crede! Se gli dici che questo tavolo è una zattera, ti crede!"
Ottavia, infine, dopo averci regalato due ore di "lezione" teatrale, ci ha fatto la lettura di due pezzi dall'opera sulla giornalista russa brutalmente assassinata.
Ci ha lasciati tutti con enorme entusiasmo, sia per la sua saggezza, che per la generosità.
Consiglio vivamente di vederla a teatro o, alla peggio, in video.
Video Il sangue e la neve