mercoledì 23 novembre 2016

Voci degli Dei Invisibili -Controcanto di Lucia Guidorizzi

“Il Dio il cui oracolo è a Delfi non dice, non nasconde, ma dà segni”

L'aforisma di Eraclito, messo da Lucia Guidorizzi in apertura della prima parte del suo libro di poesie "Controcanto" (edito da Supernova Edizioni), ci mette già sulla buona strada per capire il messaggio che corre sotto i versi della raccolta. 

E' un sorriso ribelle quello che scaturisce dalla prima poesia (bellissima, asciutta e disarmante): Mano sinistra, dove Lucia, poeta padovana, scrive:    

Scrivo con la mano sinistra
La mano del Diavolo
Anche se me l’hanno vietato
Perché porta disordine

Scrivo con la mano
Che mi ha chiesto
Di scrivere
E nessuno
Sarà in grado di correggermi

Scrivo con l’emisfero destro
Che produce visioni
E non si spaventa delle voci
Degli Dei Invisibili

Scrivo da mancina
Perché non sono addestrabile
Perché è così che vuole
La mia indole maldestra

Scrivo con la sinistra
Perché sono veggente
Perché sono diversa
Perché la mia natura è questa

Scrivo con il mio spavento e la mia allegria
Anche se mi avete messo la penna
Nella mano destra per la fotografia




Le "voci degli Dei Invisibili" si fanno sentire lungo tutto il libro, che è ispirato e dedicato a Vittoria, la nonna paterna, Emily Bronte , Emily Dickinson e Amalia Rossellli. Le voci di questi dei, o di queste 4 donne, o di altre ancora - non spaventano Lucia che, anzi, desidera oltrepassare realtà che la incatenano.


TRESPASS

Nella discontinuità di questi attimi
Nel variare della distanza
Nell’eccesso inaccessibile
Non finisco mai di darti alla luce
E tu di partorirmi

Sono venuta a te
Con la fatica del mendicante
Che trascina la sua mancanza
In una valigia stipata di attese

Aprimi tutta
E mi srotolerò
Davanti a te
Come un tappeto
Pieno di cifre occulte
Che solo tu interpreti

Riconoscimi come ti ho riconosciuto
Torna a me nel sogno
Con le tue lente carovane di vento
In partenza per il paese della luce

Solo incontrandoci vivremo
Le nostre incandescenze
Oltrepassando realtà che c’incatenano

E quando raggiungerò
Il culmine della pienezza
Tornerò ad essere vuota
Per ricominciare ad attenderti


Tutto il libro si legge d'un fiato per la bellezza dei versi, ricchi di giochi di parole e immagini incisive, e per una sorta di trama, molto forte e decisa, che rende chiaro il percorso di Lucia nel suo atto di "Trespass". 


 SOLO QUESTO SAPEVO CHE UN ALTRO PASSO
SAREBBE STATO IRREVOCABILE

Il taumaturgo porta sempre una ferita
 Per riconoscere il Segno bisogna essere stati contusi

Abbagli sono la luce che non riusciamo a guardare
La bronzea freccia quando colpisce il bersaglio
Provoca dolore ed esultanza

Per accogliere il dono bisogna essere stati contigui
Ma l’orbita dei nostri pensieri ci conduce sempre Oltre

 Ora scivoliamo nel limpido vuoto celeste
 Smettendo ogni veste mondana

 Si può ascoltare solo chi sa tacere l’Amore
 Silenzio non richiede misura

Sulla riva Notte come viandante frettolosa
Saluta Aurora prima di scomparire
     - solidale con l’Invisibile -

 Iniziano a ritirarsi sbiadendo
 Le sfarzose le ombre di velluto
 Per cedere il palcoscenico al Giorno

 Quando lo specchio smetterà di riflettere
Finalmente Mancanza porterà grazia inattesa

Ogni ferita racconterà
Ciò che non riuscimmo mai ad essere

Ci parlerà di noi
Con fairy-play ineluttabile


Consiglio vivamente di leggere\regalare\farvi leggere questo libro di Poesia (da cui ho preso queste liriche).
Lo potete acquistare qui: 

Si nota il gran lavoro dietro ogni verso, con puntualità e accuratezza al minimo dettaglio. Caratteristica di Lucia è creare immagini molto delicate, che spesso hanno a che fare con lavori manuali di donne di un tempo. 

        Attendo caparbia di ritrovare l’Eldorado
        Certa dell’attesa riconquista
        Che coi favori della Luce mi restituirà il respiro
        Dopo aver filato gomitoli d'apnee

Soprattutto trovo interessante e raro il tema affrontato da Lucia e la sensibilità con cui l'ha trattato. E' stato davvero difficile scegliere le poesie da inserire nel post, le sono grata per aver parlato in versi di un tema spesso affrontato con superficialità, che, in finale del libro, riassume con questi versi:

Ciò che ami
Ciò che hai avuto
Ciò che sei stato
Sparirà




Lucia Guidorizzi è nata a Padova e vive a Venezia. Laureata in Lettere, insegnante, tiene seminari di scrittura e ha partecipato, a varie edizioni del Festival Internazionale de La Palabra en el Mundo. Ha pubblicato con Editoria Universitaria: “Confini” (2005), “Scandalose entropie. Riflessioni poetiche sugli abusi prodotti dal divenire storico” (2006) , “Ibrida Hybris”(2007), “Quadrilunio, Una tetralogia dell’anima”(2009) Ha pubblicato con Supernova “Milagros” (2011) , “Nel paese dei castelli di sabbia” (2013) e “Controcanto” (2015). Alcuni suoi articoli e recensioni sono presenti nella rivista “Le voci della Luna” e ha collaborato con la rivista virtuale “Transfinito” a cura di Giancarlo Calciolari.Ha scritto La roccaforte dell’Eden. Memorie poetiche di viaggio nello Yemen  per il film-documentario presentato alla 65.a Mostra del Cinema di Venezia : Appunti di viaggio sullo Yemen prodotto da Piero Pedrocco con il patrocinio dell’Ambasciata a Roma e del Consolato Onorario a Firenze della Repubblica dello Yemen. Alcune sue  poesie sono inserite nelle antologie “Cuore di preda” Edizioni CFR 2012, “Il ricatto del pane”, Edizioni CFR 2013, “Sotto il cielo di Lampedusa” Rayuela 2014, “Fil Rouge” Edizioni CRF 2015. Ha curato insieme a Daniela Zamburlin l’antologia poetica “Tra velme e barene. La voce della poesia” Supernova 2013. Fa parte del direttivo del Progetto 7 Lune ed è curatrice della rubrica online sulla letteratura ispanoamericana LuciAllaluna.